libero pensiero in libero lavoro
ci scherzo, gioco quando scrivo su fb ma sono giorni intensi. per la prima volta mi trovo davanti ad un bivio lavorativo. dentro o fuori. per la prima volta sono vicino a chiudere una porta per aprire chissà cosa. non è semplice dipanare certe matasse di pensieri. scegliere. una via va verso il conosciuto ma anche verso una routine consumata, con dei punti fermi ma anche con un impegno economico importante, imbrigliante. una strada che sembra un’immagine sbiadita, come se fosse il passato. l’altra via può portare dovunque, è una scommessa senza paracadute, un’opportunità che non prevede materassi, qualcuno ci vedrebbe un antipasto di libertà. una foto ancora da scattare, senza un soggetto definito. potrei continuare nello stesso settore oppure no. come si fa a decidere? come si può non farlo? credo di potermi comunque definire fortunato nella sfortuna. non so bene perché. credo nell’onestà. credo fermamente nel lavorare bene rispettandosi ma in maniera liquida, i ruoli esistono ma, per me, il cardine è la fiducia necessaria per comprendersi. non mi piacciono gli ambienti ingessati, gli obiettivi imposti e non scelti. non vedo futuro senza passione ma solo dovere. la specializzazione è importante, ci deve essere spazio per le competenze e per il merito. c’è spazio. credo nel lavoro collettivo, nel fattor comune. non ho mai amato i bilanci, quelli economici, ma ho imparato a leggerne i limiti. queste sono alcune delle cose che ho imparato in questa vita lavorativa e che porterò con me qualsiasi direzione prenderò di quel bivio.
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