slayer – final tour – 20/11/2018
il concerto di assago è stato un brutale massacro. me lo sono goduto come se avessi buttato giù nello stomaco una buona bottiglia di whisky, tutta d’un fiato.
milano è una città che funziona e andare ai concerti è un’esperienza gratificante. ti sposti facilmente e le strutture sono decenti, meglio dello schifo che si trova dentro il raccordo anulare.
siamo arrivati appena gli anthrax avevano iniziato il loro breve live e non c’è niente da fare, sono meglio dal vivo che su disco. hanno bei pezzi che suonati davanti ad una folla affamata, come quella dell’altra sera, diventano degli inni al pogo selvaggio. dopo di loro i lamb of god che si sono bravi, e sono degli ottimi musicisti, ma sono troppo vecchio per questa roba. alle mie orecchie sono stati 50 minuti monotoni. nulla da dire dal punto di vista tecnico, sono delle belve ma gli manca qualcosa. le canzoni sono un muro sonoro tutto uguale e alla lunga (si fa per dire) noioso.
puntuali, come se fossimo in svizzera, alle 21.00 si sono accese le fiamme sul palco e gli slayer hanno incendiato il forum. dal secondo anello mi sono goduto uno show eccezionale, da una parte tom araya, kerry king, bostaph e holt a macinare riff su riff, urla e ritmiche a tripla velocità, dall’altra una folla spettacolare sotto il palco. si è creata una simbiosi perfetta tra tutti gli elementi. dal primo pezzo “repentless” fino all’ultimo “angel of death” non c’è stato un attimo di tregua. avevo qualche timore sull’acustica del forum ma, al netto di una posizione molto spostata su un lato, la resa sonora è stata più che soddisfacente. gli assoli di holt sono stati chirurgici, mi ha in parte stupito sentire una tale “precisione” selvaggia dalle sue corde, forse il pregiudizio aveva un po’ influito sulle aspettative. l’ugola di tom, nonostante l’età, ha retto fino alla fine con estremo onore, qualcosa va concessa col passare della setlist ma complessivamente ha spaccato. kerry king è kerry king, un onesto lavoratore da palco. bene, benissimo bostaph che probabilmente si sarà liquefatto a fine concerto, un po’ per la devastazione che ha seminato, un po’ per la preoccupante vicinanza con le fiamme della scenografia. la gente, l’universo del metal che era davanti al palco è stato meraviglioso. il pogo è stato senza sosta, ci sono stati circle pit grossi e violenti, volava di tutto sopra le teste delle persone giacche, felpe, zaini, esseri umani – in grande quantità – ma non c’è mai stato un attimo di pericolo. è stata una costante esplosione di energia controllata. su payback si è formato il primo vero circle pit ma durante il bis, su “raining blood” e “angel of death” le dimensioni raggiunte sono state notevoli.
il flusso circolare di potenza è stato un ottimo combustibile per gli slayer che non hanno scherzato, non hanno mollato la presa mai, fino alla fine e dal commiato di tom si è percepito come tale flusso sia stato vissuto da tutti. quel “mi mancherete” finale è stato piuttosto malinconico e, a suo modo, commovente.
sento il bisogno di dire “grazie”. grazie a chi era con me, che mi ha accompagnato; grazie ai 12700 fratelli che erano presenti, è stata una nottata da ricordare anche grazie a loro e soprattutto grazie agli slayer per aver confezionato il fareweel live che avrei voluto.
Foto – belissime – di Francesco Prandoni
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